sabato 28 marzo 2020

Aspetto i tuoi occhi

Aspetto i tuoi occhi, 
ritrovarli dove li ho lasciati, 
chiudere per un istante i miei e rivederli ancora lì, 
nell'ultimo scorso d'insieme, 
nel mentre nessuno aveva paura di volatilizzarsi, 
di dover far ennesima leva sui ricordi, 
ricercare poi i tuoi sguardi nelle vaghe tonalità di gente astratta, 
o forse solo troppo distratta, meglio ancora ignara, 
ignari dei sogni di un piccolo scolaretto, 
non troppo loquace, non troppo silenzioso, 
uno di quelli che con lo sguardo è tutto e già tanto, 
che può dare un seguito ma qualcosa la lascerà sempre lì, 
per un messaggio mai espresso, 
un saluto appena accennato, 
e con un puzzle tutto da comporre, 
lasciato lì alla buona sorte, 
al fato che ci faccia ritrovare, 
per poi perderci, 
ed ancora ritrovarci e perderci nuovamente, 
infinite volte, 
inseguimenti e rinunce, 
carestie e sazietà, 
ascolti e spensieratezze, 
illusioni di controparte, 
ripieghi di eccitazioni, 
rumore, tanto rumore, e polvere che ti spaesa, 
e dopo tutto il casino rimanere con poco e nulla, 
e rimestare il tuo sguardo innocente, 
il mio sguardo innocente, 
tutto il Mondo fermo, 
ecco, non c'è ricchezza più soave, 
non c'è atmosfera più lucente, 
di un sorriso fanciullesco,
con la speranza nella vita,
in una chiara notte di mezza estate.



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