mercoledì 27 maggio 2020

aria di cambiamento

dicevano che avremmo cambiato il Mondo, certo che lo faremo, cambieremo solo brandelli di Mondo, li stessi si spargeranno qua e là come coriandoli, e qualche chè si colorerà immensamente (forse un fiore, un autunno, un sorriso ...)



martedì 26 maggio 2020

Capitalismo uguale rifiuto

Capitalismo uguale rifiuto ... la verità è che viviamo in un mondo in cui adoriamo il rifiuto, nella sua originale forma, nel suo fardello, o feticcio che sia, basta che abbia un ingombro di qualche genere, una sua iniziale composizione, un buon venditore che lo smercia, chi poi lo seduce, chi lo consumi, forse, quindi l'abbandono ed ancor dopo ecco l'ipocrita discostamento, bravi a farne la morale verso sversamenti illeciti, verso la sovrapproduzione e lo sperperamento, imballaggi e pazzerielli d'ogni sorte, plastica e puzze varie. La verità è che del rifiuto non ce ne può fregar de meno, l'importante è che non lo vediamo più davanti ai nostri piedi, che qualcun altro se ne prendi la briga di levarcelo di torno e se lo porti chissà dove, a noi a quel punto non interessa più, ed è lì che si completa il tradimento, se mi servi ti amo, se non mi servi più ti rifiuto, appunto ti rifiuto, classificato, etichettato, bollato, da quel momento in poi rifiuto, ma la domanda è semplice, prima cosa era?!? Io direi invece che solo una cosa oggi è rifiuto, il capitalismo, il capitalismo è rifiuto, e la sua folle idea, e nulla più!

sabato 23 maggio 2020

fine della città

Leopardi aveva la sua cara siepe, noi l'austero muretto di cemento, c'è poco da fare, epoca in cui vivi, realtà che ti si presenta, eppure quell'ostacolo che ci preclude uno sguardo e segna una barriera, una fine, ecco che essa ci pone di fronte alla possibilità di un nuovo inizio, di allungare una gamba ed oltrepassare, ritrovarsi su un terreno nuovo, che possa essere un seguito, un preludio al dopo che si avvera e si realizzi in realtà senza ombra di discontinuità, senza spartizione e confinamento, questo passaggio avviene senza sostanzialmente accorgersene per i più. Ma allora mi chiedo chi siamo noi che realizziamo l'esistenza di questa linea di frontiera? Esseri borderline, danzatori sui punti di limite, ora cadiamo di qua, ora al di là, giochiamo come equilibristi, ed a volte scriviamo, leggiamo e sogniamo l'infinito.

attinenza ad un luogo realtà esistente, al seguente link

https://www.google.it/maps/place/Fine+della+citt%C3%A0/@41.0939414,14.2460878,252m/data=!3m1!1e3!4m5!3m4!1s0x133aff18f660d3d5:0x440775458c63f201!8m2!3d41.094043!4d14.2464539



domenica 17 maggio 2020

questa geografia emotiva, null'altro che una geografia interiore, in continua evoluzione, si aggrappa a come noi stessi veniamo condizionati dall'ambiente circostante, nel nostro osservare ed interiorizzare lo spazio materiale, ogni singolo elemento nella loro stessa allocazione, forma, presenza, stato d'essere, essi stessi creano un flusso perenne di informazioni che ci toccano con più o meno intensità, ma che comunque interloquiscono con tutti, chiunque, ed ognuno mastica quell'ambiente, lo mastica e lo assapora, lo può rigettare e ripudiare, lo può glorificare e manipolare, osannare e mistificare, per poi trovarne semmai un risvolto, un fardello a cui affidare se stesso, il proprio corpo, l'anima, e tutta la propria vita, esso diviene il proprio campo di battaglia, la propria dimensione esistenziale da cui l'opera diviene compiuta

sabato 16 maggio 2020

ebbene, signor Santulli Alessandro, lei dopo 35 anni di vita sul pianeta Terra si sente riabilitato?
mmmh, mi lasci pensare, riabilitato? riabilitato a cosa? e per fare cosa? mi dispiace, ma è un termine che non conosco, un termine che non collima con la grandezza della vita, un termine grazie al quale è stato costruito un mondo in un unica direzione, senza appelli, ne spazi liberi, e niente pennelli, ed ora ci infilate un po di ragionamento letterario per far quadrare il tutto, come se il tutto non bastasse, così come è, ... scusate, ma è per l'appunto nel tutto che io mi riconosco, senza alcun termine, ne sorta di confine passato col righello e con accordo, credo nel potere dell'attimo, nel fulmineo cambiamento di sorte, per ciò che è radicato nel solo mio animo umano, mio e di tutti, di riflesso e controriflesso ...
geografia emotiva
cosa è? come si vive?
E' una geografia che si costruisce di giorno in giorno, si modifica attimo per attimo (ma di solito è ciclicamente ridondante), in base alle relazioni vissute da ogni persona che riflette ed osserva un luogo su cui persiste e che gli provoca un'enfasi, vuoi di meraviglia, di bellezza, di astrazione, di fantasia, di confinamento, emotivo e spaziale ( nel nostro animo sono racchiusi quelli stessi spazi di materia che costituiscono la nostra realtà, la nostra area tridimensionale di spaziamento, di interazione, di assorbimento); in questo modo noi creiamo realtà, allargamento o restringimento per dilatazione, pulsazione di uno spazio, di ciò non possiamo che essere la parte organica di un corpo, che richiede, vuole un direttore d'orchestra, con tutte le stonature incluse che possano verificarsi.

sabato 9 maggio 2020

Due occhi, di gatta, 
spalancati avanti al tuo inerme muso, 
ti dicono che se vieni più vicino mi tuffo tra le tue braccia, 
o sei tu che ti inebri tra i miei profumi, 
e mi gironzoli giorno e notte strusciando le mie corolle, 
ed ora abbi almeno il coraggio di dirmi che mi ami, 
che per te sono di una bellezza che non ha riscontro, né confronto, 
ma dimmelo, dimmelo, non darlo per scontato, 
io che fiorisco per te, 
io che ti sorrido, 
ti sorreggo, 
ti lascio fare, 
sono per te, campagna e naturalezza, 
acqua e sapone, 
mare che ti aspetta, 
amido che ti nutre, 
sono la tua stessa sostanza


La mia oscurità è ciò che mi protegge, 
la mia oscurità è ciò che mi sfigura, 
io sparisco con lei, 
perché la so ascoltare, 
vedere, 
conosco il suo volto, 
i suoi lineamenti, 
e giochiamo ad illuminarci, 
a svanire...



domenica 3 maggio 2020

l'uomo nuovo

vogliamo un uomo nuovo,
che sappia ritrovare la pace, il perdono,
il filo della propria logica,
partendo dalla propria storicità,
dal suo essere miracolo,
e da una carezza mai data o ricevuta ...
scrutiamo il nostro frontespizio,
e quindi oltre tutto ciò che ne venga fuori,
e continuiamo poi a scrivere,
toccando con anima e corpo ogni singola lettera,
sillaba, sussulto o sospiro che sia,
pausa letteraria, balbuzia o impaccio,
batticuore e malecore ...
infine lasciamole andare per la loro strada queste parole,
lasciamole scorrere, fluire, scivolare ...
estinguersi e risorgere ...