domenica 17 maggio 2020

questa geografia emotiva, null'altro che una geografia interiore, in continua evoluzione, si aggrappa a come noi stessi veniamo condizionati dall'ambiente circostante, nel nostro osservare ed interiorizzare lo spazio materiale, ogni singolo elemento nella loro stessa allocazione, forma, presenza, stato d'essere, essi stessi creano un flusso perenne di informazioni che ci toccano con più o meno intensità, ma che comunque interloquiscono con tutti, chiunque, ed ognuno mastica quell'ambiente, lo mastica e lo assapora, lo può rigettare e ripudiare, lo può glorificare e manipolare, osannare e mistificare, per poi trovarne semmai un risvolto, un fardello a cui affidare se stesso, il proprio corpo, l'anima, e tutta la propria vita, esso diviene il proprio campo di battaglia, la propria dimensione esistenziale da cui l'opera diviene compiuta

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