andar sulla via, verso dove non saprei, andare solo per sentirmi vivo, per un semplice pomeriggio e poi più, sai, abbiamo fatto dei compromessi oramai, siamo scesi a patti, un'ora, o poco più ma mai di più, la nostra piccola libertà, fatevela bastare, il resto della giornata è un Mondo di plastica, senza senno e ne ardore, e fatevi bastare quel pensiero che la via non saprete dove vi porti, di questi tempi sentite a me il non sapere è un lusso, è il clou delle possibilità, è la via di una perdizione evangelica
venerdì 27 agosto 2021
sabato 17 luglio 2021
martedì 6 luglio 2021
mercoledì 30 giugno 2021
Rimanere nell'acqua che scorre, tutto porta via, un pensiero, un tiramento, divieni fluido, poi ti bagni, e vai in immersione, sei parte dell'acqua, acquatico, trovi un ancora, li ti aggrappi e senti i flutti che ti solleticano, ti vibrano, inizi poi a respirare, anche lì sotto ora ci riesci, alzi poi la testa e riemergi, il sole ti fa luccicare, la luce ti investe e ti bagna, e poi t'asciuga, ed allora ti rituffi, e t'assoli, e come un gioco la vita va avanti per un fascino perpetuo, inebria
venerdì 25 giugno 2021
... e sì, poi si va avanti a testa alta, la bandiera sempre su, in vista, mai deve cader, mai deve sporcarsi, fin su, fino in vetta, senza che la sofferenza ed il dolor possa frenarci, farci soccombere, e se cadremo ci rialzeremo, e se tutto crollerà subito dopo rimetteremo tutto in piedi, e se la pietra andrà giù, noi la prenderemo e la rimetteremo al suo posto, e così cammineremo, cammineremo ancora, e ci riproveremo, ogni santissimo giorno ritorneremo sul campo, ed ogni giorno sarà un nuovo giorno, un nuovo orizzonte, un nuovo che avanza, avanza senza timore, senza più nessun peso, ed un nuovo sarà, su, sempre più su, andrà, giorno, notte e di nuovo giorno, e notti e giorni e tante notti e tanti giorni, noi comunque andremo, cadremo, ci rialzeremo, e ricadremo, e riandremo, senza alcuna fine, noi non la conosceremo mai e lei non conoscerà noi, come mai, siamo già nell'oltre, siamo già passati ed andati, più che andati, nell'andare, andarrrr ...
Scasso il bosco, ed il bosco scassa me
Il punto è che un idea di bellezza la si paga
Passeggiata natura ai Campitelli di Sepino (CB) 20 giugno 2021
martedì 1 giugno 2021
Mastro Oliva, capitolo 6
Mastro Oliva non riusciva a dormire, erano da un po' notti insonni, tormenti che venivano a galla, dolori che risalivano dai bassifondi dell'esistenza.
Nel mezzodì dei periodi stellati lui inconsapevolmente iniziava a vagare, in cerca di qualcosa, in cerca del nulla, lasciava il suo caldo giaciglio per ritrovarsi in breve lungo fredde vie senza nome, senza indicazioni, senza riferimenti.
Errava, vagabondava, trasaliva e rinveniva, e la notte successiva punto e da capo, i percorsi non erano mai uguali, anche se la ridondanza di segnale captava stesse frequenze, messaggi a cui la parte incoscia faceva affidamento, speranza.
Un messaggio che era un flebile lamento, pronto ad estinguersi nella nebulosità dell'intricata nevrosi odierna, nella rarefazione dell'indefinito a lui sovrastante.
Mastro Oliva d'altronte amava i suoi labirinti, muoversi in essi con movimenti fluidi di chi conosceva ogni svolta, ogni giro di spigolo, ogni barriera da aggirare e portarti ad un ennesima barriera; ma una notte, una indeterminata notte, successe l'imponderabile.
Un muro dove prima non c'era ora vi era, improvvisamente palesato, tanto concreto quanto impattante.
Un tonfo, un colpo sordo, un bernoccolo già spuntava, nel buio si chiedeva cosa era successo, col freddo pavimento che si rilevava come luogo d'esistenza.
Mastro, allora, lì per terra brontolava, e si turbava, tastava lo spazio circostante, poi ricordò di avere una specie di candela in tasca, sì, un lume.
La prese e rese visibile l'intorno e la prossimità e si rese conto. Aveva effettivamente colpito con la sua capoccia una parete, un muro, un impedimento, che lo aveva respinto, lo aveva bloccato, fermato, destabilizzato; guardando poi bene si accorse che nella stessa, per l'urto, una frattura appariva, una lesione aveva preso piede.
Longitudinalmente a tutta la materia composita, era avvenuta una rottura, uno scrostamento e piccoli pezzi erano venuti giù.
Ancora intontito si riprese per alzarsi, poco per volta, osservando ora con ancor più vivida attenzione il luogo d'impatto, ne scrutò il tutto e con un paio di dita della mano ne balenò perfino la profondità della ferita. Quindi rimase lì di fronte in pensamento.
Ed ecco che si balenò la successiva sorpresa. Da quel buco prodotto, un qualcosa iniziava ad emergere. Appariva inizialmente come un germoglio, quindi un filamento che prendeva spazio e si protraeva nella volubilità contigua, per poi metter su piccole foglioline, apparivano così appendici prima grezze e quindi sempre più definite, le stesse svolgevano belle giravolte e giochi di movimenti simili alle ali di una farfalla.
Il tutto appariva simile ad uno spettacolo multi sfaccettato, ma Mastro Oliva capì subito che era più verosimile ad un piccolo miracolo, o qualcosa di altamente sacro.
In ultimo, proprio all'estremità del filamento un grande bocciolo comparve, e da esso un esplosione di colori, di risvolti, e di aspetti naturali.
Una definizione che andò via via assemblandosi in un magnifico fiore, dalle tinte vivaci, dalla forma eterogenea e solare, lo stesso aveva anche due piccoli occhietti nel suo fulcro e per lo meno anche una sembianza di una bocca, un naso; doveva essere una immedesimazione di un volto umano in una straordinaria bellezza della natura.
I due occhi iniziarono a scrutare Mastro da capo a piedi, inizialmente sembravano spauriti ma in breve presero vigore, adocchiando sempre più in profondità l'interlocutore.
Di rimbalzo il nostro caro amico fece un salto indietro e con voce decisa esclamò: "Chi sei? Da dove vieni?"
Il fiore, ancora una volta esitò, ma poi con espressione flebile, e soffice si pronunciò: "Io ... Io sono te, sono parte di te, sono sempre stata in te, ti ho a lungo ascoltata rimanendo in silenzio, in disparte, in sordina ..."
Quindi Mastro, interropendola: "E' perchè ora ti pronunci?!?"
Al che lei: "Perchè ho a lungo ascoltato la tua tristezza, e la stessa è giunta ormai al colmo. Ti parlerò a nome di tante cose, perchè esprimo tutto ciò che si è sedimentato, è colato, si è accorpato ed ha preso forma, la sembianza che vedi in me. E l'opera ormai è fatta, è compiuta, è resa ora visibile e tangibile. E' apparsa, si è trasfigurata. Viva, e meritevole. E tu non abbine paura, è nonostante tutto un simbolo di gloria, e di enunciazione, di rivelazione."
"Noi siamo la verità che si fa parola, corpo ed atto. E tu sei il milite, noto o ignoto, ciò non ha più importanza, sei un getto o un germoglio che avrà nel prato, nella terra, ed in ogni parte dell'ecosistema, la sua casa, l'inizio e la fine, entrambe unite nel transito e nell'azione, e nel perdurare in un singolo attimo."
"Ora la tua domanda era già da gran lungo tempo palese e fin troppo insistente, voler sapere qual è il tuo posto nel Mondo è un mistero per tutti, e nessuno ne avrà la risposta fino a che non sarai tu stesso a dartela, quando avrai la convinzione che ogni cosa ha un suo posto ben preciso, e nulla, nulla di ciò che avviene è sbagliato, tutto ha un luogo di esistenza, posto in una stanza conformata al tuo habitat, alla tua genuina interazione."
"Esatto, una realtà metamorfica, plastica e volubile, influenzata, e personalizzata, impostata tutta sul tuo solo Io."
"E come vedi di reale in senso univoco, non ne ha nulla, ma proprio nulla. Ora tu sai che per anni ed anni hai agito trasportato dall'odio, dalla rabbia, ed hai fatto tanto, tantissimo, ed ora che ti chiedi se invece saresti stato influenzato dalla gioia quando altro avesti fatto o realizzato? Bene, io ti dico nulla di più, nulla di meno, la forza sostanziale sarebbe stata sempre la stessa, il tuo sentire lo stesso, il tuo credo idem, e perfino le tue interazioni avrebbero portato agli stessi risultati, stesse conclusioni."
"L'uomo nel gioire odia, e nell'odiare gioisce, e fino a che correrà con quell'affanno che lo contraddistingue non riuscirà nemmeno a distinguere le due forme espressive, ne avrà solo quel deprimente ed angoscioso senso di groviglio interiore, la cosiddetta matassa, una confusione senza fine, che porterà inevitabilmente ad una continua nuova accelerazione, eterne fughe, immane solitudine. Una solitudine non spiegata, diversa da una solitudine rilassata, da una solitudine calda, solitudine silenziosa, oziosa e conoscitiva."
"Ed eccola l'ancora di salvezza, nuovo punto di riferimento, il conoscersi, nello stare, nel lento andare, nel movimento blando, l'azionarsi flemmaticamente, chiudere a volta gli occhi nel pieno della vita, sospendere tutta l'atmosfera, ed ingannare il tempo, discostarsi dalla produttività, ritirarsi dalle richieste di approvazione, ed attendere sotto la pianta, osservando ogni giorno quel dolce frutto lì su appeso, che i singoli tanti momenti si sommino per portar lo stesso alla maturazione, alla pienezza, al sublime. Intanto a monte una forma di solerzia meditazione, preghiera e concentrazione serena."
"L'errore che voi fate è che pensate che andate verso l'oblio, verso l'entropia, verso la dimenticanza, e vi ostinate a mantenere rigidamente tutto così come è."
"Ma il percepirsi è sostanzialmente opera solamente interiore. In voi, per opera metamorfica, in ogni frangente, ci potrà essere un baco da seta, un don Chisciotte, un brutto anatroccolo o uno scarafaggio Kafkiano, la risultante finale è che tutto è sempre e solo nelle vostre mani, nelle vostre scelte, tempo più, tempo meno ..."
"E con ciò, ora ti lascio, ritorno nel mio Mondo, adiacente al tuo e collimante in quella frattura ora avvenuta, ora indelebile. Ciao, mio caro combattente, continua a far vivere la tua legenda, da contadino romantico ora romanzato, personaggio della routine ora eterno!"
A tali parole, il fiorellino improvvisamente scomparì e lasciò lì Mastro Oliva pensoso, odierno ed autobiografico.
Un primo passo era stato tracciato ....
lunedì 3 maggio 2021
martedì 30 marzo 2021
Ma se noi viviamo in un mondo che di per sé già non è certo ma oltretutto è filtrato dall'osservazione e metabolizzazione della nostra mente... come possiamo quindi affermare dell'esistenza, ma ancor più come possiamo essere certi di sentimenti che di per sé sono già loro stessi aleatori (non visibili, non materiali) ?!? L'amore non può essere una certezza... Può essere vivo solo nel cuore del dubbio, e continua ad alimentare un mistero, soprattutto in coloro che non hanno più nulla da perdere o da guadagnare, onestamente...
L'uomo nuovo e la luna spuntiamo dal monte, fu partorito degli astri, discese dalle stelle, sapeva di essere cosmico, e pulsante, di materia interstellare, e di straordinario, l'omo lunatik
giovedì 18 marzo 2021
Campi di giallo e rosa intensi
Biancori di fioriture
Tu che benedici col tuo fluire
L enfasi di ogni stagione
E porgi il caro saluto
Ma anche lo scandire della giornata
Ricorda non hai nulla di meno
Rispetto a quei robusti trenoni di città
Avvolti nello smog e nella fretta cittadina
Tu sei campagnolo
Sei genuino
Sei il sapore vero della nostra Terra
mercoledì 17 marzo 2021
lunedì 15 marzo 2021
Divinità Tifatina
Divinità Tifatina
Tu che sei fatta di roccia e di sabbiaContro te mi sbatto e mi polverizzo
Per tornare poi evanescente, e poi sostanza
E di nuovo ombra e poi luce
Primo ed ultimo
Scivolo ed attrito
E così continuiamo senza fine
Alimentando l'irraggiungibile
E quando ogni seguito sarà colmato
montagna sarai
Sospiro
Eterna
Oppure è quello che andava su nello spazio,
Girovagando tra stelle, comete e buchi neri,
Lo vedo bene anche scendere giù negli abissi,
Incontrando polpi giganti, cavallucci marini e pesci palla,
Potrebbe essere anche un treno fantasma,
Senza passeggeri, senza macchinista, cammina solitario impossessato da un anima indiavolata, simile allora ad un cavallo pazzo, cercherei io stesso con un laccio di catturarlo, di ammansirlo, e tranquillizzarlo... ti vedo troppo irruento, sai, goditi la vita e quando vedi un bel paesaggio fermati pure ad osservarlo, a sorriderlo, semmai a dipingerlo, gli orari possono pur aspettare...
Un sole, un albero, un cielo, tre elementi che si compongono, l'uno intreccia l'altro, sono la metrica base, che in ogni luogo ed i ogni dove si vanno poi dissolvendo e ripetutamente assemblando, per formare continue visioni, ottiche primordiali, ridondano con l'animo, bene integrarle in noi, ci ridondano sorriso, gioia interiore, ulteriori spunti di nuove forme in costituzione ...