martedì 1 maggio 2018

il principio

Il preludio, l’incipit, il principio, due particelle che si scontrano su un cammino casuale o apparentemente programmato o umanizzato e scientificamente condotto; differenze, piccole differenze, con seguiti profondamente diversi, ostacoli aggirati, porte sfondate o lunghe attese con lumi sempre accesi ed animi splendenti di bella luce propria; attesa di cosa voi dite? Della propria metamorfosi, di quel cambio di percezione che può darvi nuova vita, aprire porte, abbassare ostacoli; ecco, rimaniamo sule porte, c’è differenza tra una porta sfondata ed una porta aperta regolarmente, enorme differenza, quale? Mi vien da dire che aperta correttamente la puoi a sua volta richiudere correttamente, lanciandoti in una nuova stanza senza che i vento del passato possa lambirti e portarti scompiglio, cosa che non puoi fare se la porta è stata divelta con forza, con una forzatura o peggio con un inganno, i conti tornano sempre, inesorabili; e come deve avvenire questo cambiamento? Quando si passa una porta c’è sempre un sorvegliante, esso riesce a leggerti nel cuore nel tuo profondo più profondo, non gli si può mentire, non gli si può nascondere nulla, ha come metro di giudizio la purezza di un’azione, di un pensiero, di un’intenzione, appena avverte lo zampino della mente e delle sue mille strategie vuoi di possesso, vuoi di arricchimento indebito, vuoi di atti di imposizioni, fa di colpo allontanare da te la porta, rendendola irraggiungibile finchè svanita. Ricordati perciò che ogni porta è transitabile ma quasi mai come vuoi tu, o come tu te lo aspetti, le costruzioni preventive rimangono illusorie, le conseguenze sono invece atti di crescita e creazione che non sai mai dove vadano ad incidere, sono imprevedibili, sono sorprendenti, possono anche prendersi beffa di te (armarsi di tanta autoironia), quindi proprio se tieni lontano la mente non cadi nella trappola della frustrazione ma solo chi mantiene in se quell’impacciata e tenera sensazione di ingenuità e non ne ha di lei vergogna ha sempre con se quella luce del proprio essere, vitale, identitaria, vibrante e piena di energia … con ciò canticchiando una nota vecchia canzone non si può che avere calma e sangue freddo.

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