mercoledì 7 settembre 2016

ode al Dio Volturno

Volturno, dolci acque, eri un Dio rispettato ed onorato, penso che in fondo lo sia ancora oggi, la tua lentezza è un inno alla gioia, al buon vivere; si lo so, sei relegato lì nella tua nicchia, pochi ti degnano di uno sguardo ancora meno di un pensiero, ogni tanto fai la voce grossa, solo allora entri di getto nel pensiero di tutti, ma ti ricordo che la tua bellezza sublime come giusto che sia è, e deve essere, intimità di pochi, di chi ti ha veramente a cuore e sai bene che gli amici veri sono sempre pochi.

Quei fortunati ben conoscono la tua mitezza, i tuoi scorci sorprendenti, le tue pieghe dolci e sinuose che donano alle tue forme armonia, lustro per gli occhi, soavità per il cuore. Quando qualche raro uomo ti naviga i più pensano a come sfruttarti, utilizzarti, in pochi, sempre i fortunati, si focalizzano con estremo incanto osservando il profondo verde che ti perimetra, che ti avvicina alle suggestioni amazzoniche, i tuoi simpatici e stravaganti abitanti, non molti direi ma sempre unici e cordiali, i tuoi riflessi o luccichii visibili dalle alture come da bordo acqua a volte argentati a volte dorati in base alla posizione del sole, i tuoi profumi fatti di mille infiorescenze primaverili e non.

Per tante di queste cose ammetto mi sei simpatico, ti sono vicino, di te apprezzo il tuo essere silenzioso, la tua costanza, il tuo esserci e non esserci legato al non scoraggiarsi mai, al sapere di non poter essere comunque mai dimenticato del tutto. Perciò solo provvisoriamente ora ti lascio ma domani o dopodomani non appena transiterò su uno dei tuoi ponti ti lancerò un tenero e delicato sguardo, una riconferma della nostra amicizia ...

Castel Volturno​, 2 settembre 2016









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