giovedì 3 dicembre 2020

Mastro Oliva, capitolo 1

Lo conoscete a Mastro Oliva?!? 

Certo! Mastro Oliva, amico di tutti, o tutti si ritenevano suo amico, benvoluto in paese, ma viveva in campagna, fabbricatore di mille idee ma nessuno ascoltava i suoi consigli.

Mastro Oliva, con sempre il suo bel cappello o capello a punta, il suo giocoso carattere, e la sua personalissima collezione di scale, di tutte le grandezze, di tutte le misure, a che li servivano mai? Di notte nessuno lo sapeva, qualcuno dice che l'aveva intravisto mentre inghirlandava alberi circostanti di luci e lucine, di quelle intermittenti natalizie, abbellimenti e decorazioni, stelline e scintillamenti; di giorno, bene, era un campagnolo, un mastro, uso e comune per andar a baciar le sue piante, ed i suoi nobilissimi frutti.

Baciare, perchè lui amava le piante, le sue amate piante che aveva visto crescere, ingrandirsi, proliferare. Il Mastro e l'Oliva, insieme erano un corpo unico, si riconcorrevano, si attendevano, c'era del magnetismo, della candida fascinazione, del barlume di ossessione. A tal punto che il nostro caro Mastro sognava olive di notte, ma anche di giorno, le scorgeva a pranzo sedute presso la locanda, e recapitargli la posta ogni santo fine settimana, ne aveva vista una anche cavalcare il suo bianco cane, ed un'altra stesa sulla penzolante amaca a prender i tenui autunnali raggi solari.

Gli poteva sembrar strano tutto ciò? Ma no, per lui tra olive ed umani c'era poca differenza, anzi le olive erano state sempre tanto gentili con lui mentre degli umani c'era sempre poco da fidarsi, le Olive ammiravano Mastro, gli umani inquietavano Mastro, le Olive giocavano a diventare Mastro, e Mastro era orgoglioso delle sue Olive.

E Mastro ed Oliva si scambiavano, l'uno diventava così l'altro, scambiando ruolo in modo che umano e natura si confondevano, si annodavano, coabitavano, uno diventava improvvisamente più grande dell'altro, o più ciotto, o più affamato, meno scocchiato, più o meno indaffarato, smemorato, spaesato, squattrinato.

Animosamente un giorno li videro rincorrersi, ed il giorno dopo, pure; fine autunno rappresentavano momenti di gran fatica per Mastro, e difatti dopo una settimana la corsa era ancora nel vivo, e la fatica, la stanchezza come il mal di schiena aumentava di giorno in giorno; ci si chiedeva allora come mai un amore si poteva svolger con tanta sofferenza??? Avevan forse bisticciato? ... Ma chè, erano solo delle prove di affetto, prove semplici prove, diventate ancor più intense in quel azzuffarsi, quel movimentarsi perchè Mastro ed Oliva sapevano che presto si sarebbero osservati a distanza, nel sol ricordo di quell'ubriacatura stagionale, nella pazienza che i tempi nuovamente maturassero, nell'attesa da romanticismo contadino ...










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