giovedì 2 aprile 2020

salvate i desideri

Ho atteso una vita intera l'inevitabile, ho sperperato sogni riponendoli nei bauli di soffitta, ho legato i miei piedi ad una poltrona, mangiato chili e chili di programmi televisivi, spremuto i nervi ai videogiochi assassini, ho trovato rimedio momentaneo ancorandomi alle medicine, medici, ed ortolani, sono stato assuefatto dalla legge dei grandi numeri, uno vale poco e niente, la democrazia vince sempre, perchè lo spettacolo deve andare avanti, il tempo non si può fermare, il dolore va rimarginato entro breve al pari di una buca per la strada, come una ferita non può sanguinare troppo a lungo, il tutto si è fatto sempre più veloce, rapido, chi arriva prima si becca il bonus, e chi mostra i denti è ancora più tosto, e chi non terrorizza si ammala di terrore, come diceva bene il De Andrè, e così isolati, soli, spaesati, ammalati, diffidenti, arraffoni ipocriti ... e poi ... e poi un ragazzo, figlio di tutto ciò, che recupera desideri inespressi qua e là, come quello di oggi, tra la carta straccia di strada, la calligrafia di un bambino che desiderava un giorno poter giocare nel Napoli, un desiderio puro, autentico, vero, prioritario; quel pezzetto di carta, quelle semplici righe tremolanti sono qui con me, conservate con cura sul mio altare del sacro cuore, le affido a chi divinamente le potrà glorificare, renderle tangibili come polvere di stelle, entità trascendente, in un mondo del domani che piangerebbe solo di commozione.



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