mercoledì 17 febbraio 2021

Tristezza

Tristezza cara,

ti ho portato con me per montagne,
cercando di sperderti,
ti ho portato con me per città,
cercando di disorientarti,
ho cercato di dirti addio,
ma non ci sono riuscito,
hai ritrovato sempre la via di casa,
bussando alla porta,
ti ho aperto ma non ho visto nessuno,
eri già dentro di me,
come un ombra eri sempre un passo oltre,
ad ogni tentativo di fuga,
ad ogni sabotaggio interiore.
Ed allora all'evidenza della resa,
solo allora ti sei presentata,
e con la lingua da fuori,
affaticata ed accelerata,
mi hai chiesto il motivo di tanto correre,
e mi hai rivelato i desideri tanto agoniati,
come quello di passeggiar con me lungo un placido corso d'acqua, di ingoiar zucchero filato fin al mal di pancia, di assistere ad un rosso tramonto appena fuori il nostro confortevole giaciglio, di osservar le stelle cullati dal sentor del mare, e poi ridere come i pazzi alla visione di una goliardia, o piangere nel commuoversi quando ti scrivevo di come le nostre vite si fossero intrecciate, e cantare insieme quel motivetto che più amavi da ragazzetta, o infondersi in quei momenti tanto importanti la giusta dose di tenerezza, di coraggio, di vicinanza e d'affetto.
Eh sì, mi hai spiegato che dopo tutto ciò, tu tristezza, ti saresti anche fatta da parte, chiusa in qualche armadio o cassetto e rimasta in vita solo come un ricordo, un flebile ricordo di ciò che eravamo, e non siamo più ...

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