lunedì 28 settembre 2020

Se viaggiamo lo facciamo per vivere, prendere un treno al volo, di corsa, dimenticando di obliterare, ingoiando il tempo, i prossimi impegni, le distanze d'acciaio da percorrere, paesaggi a scorrimento veloce, e si è già sul luogo dell'arrivo, con l'intermezzo che non esiste, come il sapore del marginale e del contesto, o semplicemente del cammino.

E poi c'è chi ammira il viaggio rimanendo a terra, scorge l'enfasi dell'andare, nei volti della fretta, nei sguardi del fremito, va oltre il suo stare fermo, vede il movimento, lo percepisce, le stazioni scorrere, agli scambi sussultare, il buio del tunnel sobbalzarlo, ed allungare così il suo percorso di qualche kilometro, scendere alla fermata successiva, o continuare imperterrito la corsa, senza fine, senza termine, perché se viaggiamo, se lo desideriamo, lo facciamo per vivere

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