mercoledì 20 marzo 2024

😊🤗 Ho stretto tante di quelle mani e sentito tanti di quei nomi che immancabilmente me li dimentico, ma il tuo purtroppo non l'ho ancora ascoltato, nessuno ti ha chiamata ad alta voce forse perché in pubblico non bisogna alzare la voce, non su un cartellino che ti contraddistingue; meglio così, non siamo targhe automobilistiche, anche se ammetto che la tua la so a memoria e la ricerco su ogni auto che vedo passare come la tua, non ci posso far niente, l'occhio cade senza volerlo su quel marchio identificativo.
Sentire pronunciare il tuo nome forse sarà una pura casualità, per ora il vento o il frastuono me lo porta sempre via, ad un passo da me, ad un passo dal conoscerlo, stringerti la mano, sentirlo e dirti subito dopo, piacere di conoscerti.
Un nome, per pronunciarlo mille volte, sussurrarlo quando un emozione travolge il divenire, e ripeterlo quando la distanza ci disunisce, quindi memorizzarlo in rubrica e fare un genuino sussulto quando t'appare sullo schermo del telefonino per riportarti una voce attesa da tempo ma stranamente già conosciuta, familiare.
Ed ecco una parola che ti augura un semplice buondì, basta ciò, niente in più per rimanere subito dopo con quel sapore di sollievo, che ti fa tirar avanti la giornata, anche se pesante ed incolore, nella sua monotonia, ripetività.
Sì, quindi un soffice vocale che ti porta un arcobaleno, un cielo stellato, una moltitudine di colorate farfalle, le vedo che t'avvolgono, ti vestono, t'aggraziano, s'accorpano poi ed ecco trasformarsi nella tua buona stella che ti protegge, illumina riempiendo di quella incredibile luce che ti rende sconfinata, assoluta, predestinata.
Quella luce che sai bene donare, perché se si sceglie di aiutare chi in difficoltà è altrettanto vero che non se ne può fare a meno, è nella tua natura, è una missione che in vita ci segna e c'innalza.
È solo così che senti la tua anima soddisfatta apportati un grande OK, tu sei OK, sei nel posto giusto; il tuo lavoro non è più un lavoro, è molto di più, è ridare vitalità, comunicazione, diritto di parola, l'indispensabile interscambiarsi; siane sempre fiera.
Voce, parola, nome, identificazione, e poi divenire sostanza, etica e gentilezza, precisione ma non severità verso se stessi, definirsi ma non giudicarsi; parlare con sé stessi a volte fa bene, scandire onestamente chi siamo, aprire il palmo della mano e trovare lì dentro racchiusa tutta la nostra vita, il vissuto, le peripezie; appoggiarci dentro ora il dito dell'altra mano, chiudere gli occhi, e regalarci un momento di bontà verso se stessi.
Credimi e crediti, l'amore è tutto già dentro di noi, non è da un altra parte, né nelle cose, né nei capitali, né nell'accumulo, ma negli affetti c'è ne tanto. Già, l'affetto, forse la parola più bella, dire ad una persona ho affetto per te la trovo una cosa meravigliosa, dirlo ad un papà, ad una mamma innanzitutto e poi a chi merita la nostra stima.
Stima ed affetto come pane e fantasia, cose di cui rinfocillarsi, assimilare, farne una pacata ricerca in giro, e divenire noi in primis di ciò condensati, aggreganti, d'esempio per una bontà che ci affermi, ci contraddistingui!!! Ci riporti la nostra grandezza! Esseri umani, esseri senzienti. Con fiducia, con audacia
Ps. Come detto l'affetto più grande è sicuramente quello dei e per i genitori, non disperderlo mai, buona festa del papà!
😊🤗

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