venerdì 15 giugno 2018

sono sicuramente un discendente dei Situazionisti, il mio un situazionismo 2.0, definibile situazionismo con spinta repressiva, poichè penso che non sempre vada espresso e fatto tutto quello che ti passa per la mente ma in realtà qualche repressione sia utile, dal fatto che proprio perchè partiamo comunque da un corpo libero e con consapevolezza di se stesso acquisita, considerando la legge che nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si modifica, quell'energia rimasta bloccata dalla repressione riusciamo a rimetterla in circolo nell'organismo ed andare ad emergere su un'altro fronte o canale in cui si è maggiormente sbloccati diventando esso stesso un vero punto di forza!!! (sapendo bene che dove è rimasta bloccata bisogna comunque lavorarci ma non risolverla a tutti i costi con un affanno spastico di vita o morte)

ps cioè la nostra forza la acquisiamo proprio dalla repressione, con abile trasformazione alchemica ... ciò che viene per ucciderti è proprio ciò che ti porta l'energia utile a risorgere ogni giorno! 

mercoledì 13 giugno 2018

Caserta, rapporti di città

la città diviene una bella città, quando? Quando trovi tutto pulito e sistemato? Non penso ... quando l'erba dei prati è sempre tagliata ed i parcheggi tutti gratis? Nemmeno ... potrei aggiungere quando il traffico sia ridotto al minimo e così anche lo smog? Certo, sarebbe bello, ma non indispensabile ... io penso che la città, la mia città diviene bella solo grazie alla conoscenza e memoria che hai delle persone che la vivono e che ne guadagni giorno dopo giorno, appunto vivendola tu stesso. Ecco perchè la città è bella quando sai per certo di incontrare Luigi seduto sulle fioriere in piazza Dante, in posa di osservazione da chi possa scroccare una sigaretta, lanciare uno sguardo al portone dove visse Vanvitelli e pensare al signor Paolo seduto sul ballatoio della casa del grande artista, di comprare il Mattino con casomai l'articolo che parla di te da Giuseppe, giornalaio per passione, ritrovare gli artisti degli anni 70 annoiarsi visibilmente seduti al bar tra stuzzichini vari e Coca-cole sbagliate, raggiungere la libreria Feltrinelli, e lasciare nascoste nei libri foto di animali che non sai a chi finiranno e soprattutto che messaggio rappresentino di cui si domanderanno i loro nuovi padroni, ecco che poi arrivano d'improvviso a bordo delle loro fiammanti bici i vari Taccogna, il poeta erotico, Canzano, il perseguitato per cause illusorie, Giulio, il costruttore di lapidi e figlio di Peppone da Brescello, che dire poi della possibilità di potersi sedere a vasta scelta tra una panchina scardata, una fioriera, tipico posto degli esclusi, ed i scomodi sgabelli del bar Margherita, inesorabilmente lasciati liberi per noi che non consumiamo al tavolo, e poi la passeggiata distensiva tra l'auto parcheggiata sui posti liberi ed il centro città passando per sua maestà la Reggia, i suoi prati abbondanti e larghi, vaste praterie, isola nel mare di cemento, qui possibilità di respirare e farsi accarezzare dal fresco venticello estivo, ci sono poi i miei amici kamikaze dove andare a comprare le mandorle, il prezzo varia ogni volta forse a seconda della simpatia, ed i folli personaggi che hanno ancora tanto da dire al Mondo, anzi forse più che altro incazzati neri e frustrati che si materializzano nelle pose e tendenze più strane, ma non mai per farsi notare, posso assicurarvi che non gliene può fregar de meno, di tutto solo non si vedono gli Indiani ultimamente, giocavano a cricket prima ed a pallavolo poi, ora forse è finito il campionato, riprenderanno a settembre, in ultimo, solo in ultimo, è la mia cara possibilità per incontrare Santulli, il me medesimo, nelle sue mille espressioni interne ed esterne, tra scrivere e fotografare, leggere e salutare, annoiarsi ed amare, ancorarsi e fuggire, maledire e ringraziare, scavare e seppellire, cadere e rialzarsi ... essere quel che si è ...














venerdì 8 giugno 2018


A volte le gambe ed i piedi ti fanno male, sono stanchi, logorati, hanno voglia di riposo, e sai cosa c’è di nuovo? A quel punto decidi di fermarti, mollare la corsa, lasciare le redini, la mente ha voglia di calma, il cuore di casa, c’è voglia di comprensione intorno a se, c’è di non dover dire tante cose per spiegarsi, c’è voglia di un silenzio ascolto, di un silenzio lungo un sospiro, un lieto stato d’animo, una rinfrancante dimora. In esso pensieri da spazzar via, solo la tiepida brezza estiva spettinare leggermente i tuoi capelli, lasciare intatto il tuo bisogno di affetto, la tua giocosità, l’effervescenza di gioviale apprendista; solo una cosa in più sarebbe di troppo, complicherebbe tutto, ed il fragile castello di sabbia tutto giù, tutto all’aria, ad ascoltare il vento, a disperdersi agli orizzonti … ma tu e dico tu chiedi strada, hai troppo a cuore il pretendere il tuo spazio vitale, il tuo essere riconosciuto come singolo individuo, come piccolo o grande artefice di un mondo da te imprescindibile, essere parte del casino ed in quel casino essere il più possibile protagonista … sì, forse con ciò ho esagerato, in realtà ti basterebbero due cuori , una capanna, un po’ di attenzione, il continuo delle tue energie per rinventarsi  giorno dopo giorno, non altro, sicuro niente di più? Difficile rispondere, richiedetemelo alla prossima svolta …