venerdì 5 marzo 2021

Lo stato naturale, diciamo quello primordiale, è indubbiamente legato all'ozio, nel rimanere in uno stato di semi incoscienza in cui il tempo così come il reale non ha più valore ma avremo solo una centratura sul sé stesso, sui propri istinti e soddisfazioni primarie... l'evoluzione del pensiero, e la correlazione della mente con il progredire della società dei consumi ci ha progressivamente legato alla condizione dell'iperattività, cioè essere in una condizione di continua produttività, in cui staccare la spina anche solo per un sostanziale tempo equivale a toccare una sensazione di vuoto molto ma molto debilitante, subiamo perciò questo continuo ricatto da parte della mente legato sicuramente ad una ricerca di controllo, controllo perché la realtà circostante ci è nemica, è pericolosa o altamente precaria e destabilizzante, discorso plausibile... ma fermi tutti, sembrerà strano ma tutto ciò ci conduce solo in un vicolo cieco, dove la mente inizierà ad abbellire, decorare la propria misera prigione in cui ci si trova e che pur prigione continua ad essere, e su ciò c'è poco da esserne allegri.

Un pensiero utile però nei confronti dell'evoluzione del pensiero c'è, ed è proprio in quella ricerca di bellezza, del bello che fa sorridere, del bello che va a braccetto con luce, con estetismo solare, col bello che ci salva, ed alimenta la speranza in un Mondo migliore, con la bellezza di chi è così come è, senza fronzoli, senza oscurantismi, no maschere.
Io penso che la vita è una questione di spicchi, e tendenzialmente così andrebbe vissuta, a spicchi, a piccoli passettini, ogni giorno aggiungere un piccolo tassello, verso dove? Andando a recuperare o salvando l'idea di bellezza non legata al perfezionismo e quindi anche lo stato primordiale, lo stato base, quello che non sbaglia, uno stato più intuitivo, più coraggioso, più di primo pensiero (la prima involontaria sensazione e forma pensiero è sempre quella giusta, quella spontanea, quella che ci contraddistingue in quel frangente) e quindi il mio pensiero è di esercitarsi su tutto ciò, come detto prima a piccoli spicchi, con piccoli tentativi, io li chiamerei piccoli atti di gentilezza (senza attendersi nulla in cambio altrimenti che gentilezza sarebbe?!?), verso noi, verso tutti, in ciò credo sempre più nell'autodisciplina, ma credo anche che noi tutti possiamo entusiasmarci o deprimerci vicendevolmente, tramite le nostre libere scelte, sentite, di slancio o estatiche ... concludo ricordando che la felicità indubbiamente rimane una scelta di vita...

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