sabato 8 dicembre 2018

ero un distruttivo, lo ero in toto, ora una parte la conservo ancora, sicuramente, marginalmente, utilisticamente, dicevo che ero un distruttivo in toto, ma non perchè lo ero completamente, ma perchè quella faccia distruttiva che era in me ahimè era sempre quella che la faceva da padrone in talune situazioni, anche se mi rammaricava, mi rattristava, o meglio me ne vergognavo di apparire in quel modo, eppure era più forte di me, emergeva d'improvviso, e mi imponeva di impuntarmi a forza, di mettermi contro, contro me stesso, contro quel di bello e genuino era in me, contro la sola possibilità che potessi vivere un momento felice senza complicanze e soprattutto che qualcuno si interessasse a me, non era possibile ciò, e se era anche possibile dovevano pagare a costo che se l'erano loro cercata; ma tutto ciò non mi dava felicità, anzi, mi faceva chiudere sempre più in me, certo da un certo punto di vista almeno non avevo tutta questa voglia di contatto sociale, di esigenza di affetto, di cercare il sorriso dell'altro, ma la vita che facevo era sicuramente misera, tanto misera, e soprattutto assolutamente deresponsabilizzata, non mi competeva nulla, non chiedevo nulla, non potevo pretendere nulla, il nulla era al mio fianco, il nulla ero io ... cosa può essere successo poi?!? Come può un nulla diventare qualcosa?!? Sai che non riesco bene a ponderare ciò, ora come ora, so solo che in un bel momento, che non so definire quando, mi so detto, non posso più permettermi di essere nulla, non posso permettermelo più, è finito quel tempo per poterlo essere, ho sentito voglia di responsabilità, sempre più, ho sentito voglia di diventare autonomo sotto il profilo economico, mi facevo pena vedermi con quei tanti talenti che sapevo già di avere e non metterli a frutto, non farne una possibilità di guadagno, ma di guadagno per cosa? ma per rispendere i soldi a favore di quelle persone che mi stanno vicine, forse per riabilitare i torti che avevo generato, ecco vedevo sempre più che il guadagno diventa tale solo se condiviso, e reciprocamente la condivisione non può che essere guadagno, si può stare tristi ognuno solo nella propria intimità, e ciò è una stato ed un volere tutto da rispettare, ma devi comunque sapere che chi è intorno a te sente tutto, soffre con te, al par tuo, anzi in silenzio accetta senza dir nulla di prendersi carico anche di una parte del tuo malessere, a distanza, si è possibile, basta un pensiero, un pensiero genuino, vero e sentito, non parlo di me, parlo di chi c'è intorno a te, parlo di chi ha fatto sacrifici, parlo di chi ha combattuto per darci quello spazio utile in cui oggi noi ci troviamo, parlo di chi non accetta che il mondo vada tutto a rotoli, che la speranza crolli e che non si possano più vivere spensieratamente sensazioni autentiche, molteplici, che ci si possa commuovere di fronte ad un gesto che apporti del sacro, del soddisfacente, del rallegrarsi di ciò che è stato fatto e se ne possa avere stima, tanta stima e poi in seguito fiducia ... in primis quando quel gesto siamo noi a prendercene carico ...

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